Immergersi nella natura fa staccare la spina e riduce lo stress. Niente retorica o romanticismo: lo stabilisce un crescente numero di ricerche. Ci sono così pochi dubbi sul bisogno di verde che si cerca di quantificarlo. Un ampio lavoro britannico apparso sulla rivista «Scientific Reports» mostra che due ore a settimana di immersione nella natura sono sufficienti.
Non serve andare lontano: lo studio considerava, infatti, escursioni in un raggio di due chilometri dall’abitazione dei soggetti e, quindi, in uno spazio verde urbano. Il verde non è solo bellezza. La natura, anche con l’aiuto dell’architettura, aiuta chi soffre.
Stiamo parlando della cosiddetta progettazione sanitaria basata sulle prove (scientifiche), dall’inglese «evidence-based healthcare design». Il primo a parlarne fu il celebre architetto Roger Ulrich della Texas A&M University. Il suo studio sul minor tempo di degenza dei pazienti che potevano ammirare il verde dalla propria finestra d’ospedale fu pubblicato su Science nel 1984.
Con gli anni, poi, questa visione dei luoghi di cura si è estesa fino a includere tutti gli ambiti delle città, destinate a diventare sempre più luogo di tutela e promozione della salute. Design e architettura hanno una missione sociale e i progettisti diventano cruciali. Un approccio che, nel nostro Paese, è ancora di frontiera e la cui applicazione, invece, è già realtà nel Nord Europa e negli Stati Uniti.